
Riforma delle Professioni: cosa prevede (e cosa manca ancora)
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29 Settembre 2025La previdenza dei lavoratori sportivi entra in una nuova fase. Con la Circolare INPS n. 127/2025, vengono finalmente chiarite le modalità di applicazione della riforma prevista dai decreti legislativi n. 36/2021 e n. 163/2022.
Il cambiamento più importante riguarda l’iscrizione al Fondo Pensione dei Lavoratori Sportivi (FPSP): da ora tutti i lavoratori subordinati del settore sportivo – sia nel professionismo che nel dilettantismo – ne fanno parte di diritto. Inoltre, nei casi indicati dalla legge, l’adesione si estende anche ad autonomi e collaboratori.
Ma chi sono, concretamente, i lavoratori interessati? Non solo gli atleti, ma anche allenatori, istruttori, preparatori, direttori tecnici, arbitri e figure indispensabili per lo svolgimento delle attività sportive.
La riforma stabilisce che l’annualità contributiva corrisponde a 260 giornate lavorative e introduce la possibilità di sommare i contributi maturati in altre gestioni previdenziali o persino all’estero. Un passo avanti per chi ha carriere frammentate o internazionali.
Per quanto riguarda il calcolo della pensione, restano invariate le regole per chi aveva già versato contributi prima del 1996. Per i più giovani o per chi è entrato nel Fondo dal 2023, invece, si applica il sistema contributivo introdotto dalla legge Dini.
Il Fondo, oltre alla pensione di vecchiaia e anticipata, prevede un pacchetto completo di prestazioni: dall’assegno di invalidità alle pensioni per superstiti, fino ai supplementi.
In sintesi, il nuovo sistema pensionistico sportivo porta maggiore chiarezza, inclusività e tutele. Una riforma che segna un passo importante per la dignità e la sicurezza del lavoro nello sport, valorizzando non solo i grandi campioni ma anche tutti coloro che, ogni giorno, fanno vivere lo sport italiano.