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7 Maggio 2025L’Agenzia delle Entrate chiarisce la natura fiscale delle somme versate in sede di conciliazione
Con la risposta all’Interpello n. 98 del 14 aprile 2025, l’Agenzia delle Entrate ha stabilito che le somme corrisposte al lavoratore in sede di conciliazione giudiziale per la cessazione del rapporto di lavoro costituiscono reddito di lavoro dipendente e, come tali, sono soggette a tassazione IRPEF.
La natura delle somme conciliative
Anche se l’accordo tra le parti fa riferimento a un “risarcimento”, la qualificazione fiscale dipende dalla causa giuridica del pagamento. Se le somme erogate trovano origine – anche indirettamente – nel rapporto di lavoro, devono essere considerate redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente ai sensi dell’art. 6, comma 2, del TUIR.
L’Agenzia ribadisce che non è rilevante la definizione formale attribuita dalle parti (es. “indennizzo” o “risarcimento”), ma la sostanza del rapporto che ha generato il pagamento.
Il richiamo alla giurisprudenza
Nella sua risposta, l’Agenzia delle Entrate ha fatto espresso riferimento alla sentenza n. 13063/2021 della Cassazione, che ha escluso la neutralità fiscale degli importi corrisposti in sede conciliativa quando questi siano collegati al rapporto di lavoro.
La Suprema Corte ha chiarito che, se il pagamento deriva da una controversia lavorativa, esso conserva natura reddituale e non può essere considerato un mero risarcimento danni esente da tassazione.
Implicazioni pratiche per lavoratori e aziende
Questa interpretazione ha importanti conseguenze:
1. Tassazione IRPEF: Le somme percepite dal lavoratore in sede di conciliazione concorrono a formare il reddito imponibilee devono essere dichiarate.
2. Contributi previdenziali: Potrebbero essere soggette anche a contribuzione INPS, se assimilabili a retribuzioni.
3. Rischio contenzioso: Se il lavoratore non le dichiara, potrebbe incorrere in accertamenti fiscali.
Conclusioni
L’Agenzia delle Entrate conferma un approccio rigoroso nella qualificazione dei redditi conciliativi, allineandosi all’orientamento giurisprudenziale. Anche gli importi pattuiti come risarcimento, se legati al rapporto di lavoro, sono imponibili.
Pertanto, sia i lavoratori che le aziende devono prestare massima attenzione alla corretta gestione fiscale degli accordi transattivi, per evitare sanzioni o contestazioni in fase di dichiarazione dei redditi.